Il Modello Educativo Integrato
Le tre parole educare, istruire e insegnare, come è noto, hanno etimologie diverse ma collegate. Partiamo da insegnare: secondo la Treccani, insegnare, dal punto di vista etimologico, ha origine dal termine imprimere segni nella mente. Questo tipo di azione comporta l’intervento modificativo sulla persona che è il soggetto dell’attività di apprendimento, ossia il discente, da parte di colui che se ne fa promotore, che è il docente.
Sempre secondo la Treccani, istruire significa invece collocare a strati e anche qui si percepisce l’intento modificato proprio da parte del docente nei confronti del discente.
Educare significa, sempre in senso etimologico, tirar fuori dal discente le sue capacità, aiutandolo a divenirne consapevole e a svilupparle.
L’obiettivo del progetto di Luces Veritatis è quello di educare ma tale azione si basa, come spiegato nel seguente diagramma tratto sempre dalla Treccani, anche sulle altre azioni così come su altri ancora.
Come si può facilmente comprendere, l’educazione prevede sia la formazione, sia l’insegnamento, sia l’istruzione.
Di conseguenza, l’azione educativa non si arresta con la fine della scuola ma prosegue per tutta la vita. Sebbene in questo momento parleremo con focus specifico fino all’età di trent’anni, in realtà il modello educativo integrato di Luces Veritatis si estende anche oltre tale soglia d’età, ovviamente con agenzie educative differenti.
Quando, nell’ambito del progetto di Luces Veritatis, parliamo di servizi educativi distribuisti, parliamo fondamentalmente di Scuola. Ciò nonostante, il Modello Educativo Integrato deve tener conto di tutte le agenzie educative in quanto l’obiettivo è che tutte le agenzie educative, mutatis mutandis, agiscano con lo stesso metodo e nella stessa direzione, completandosi l’un l’altra e permettendo al giovane di crescere in un ambiente in cui l’azione educativa è sempre diretta verso la stessa direzione, direzione che può essere riassunta in una parola: Cristo.
Nel contesto del progetto di Luces Veritatis possiamo identificare sette agenzie educative di cui sei primarie e una secondaria. Il senso di primario e secondario sarà chiarito successivamente.
Le 7 agenzie educative sono:
- La famiglia
- La scuola
- La parrocchia
- La polisportiva
- L’associazione giovanile
- La comunità religiosa
- L’azienda per cui si lavora
quest’ultima, ossia l’azienda per cui si lavora, la definiamo agenzia educativa secondaria perché essa interviene a valle dell’azione delle agenzie primarie che sono le altre sei.
Tutte le agenzie educative primarie hanno come oggetto primario della loro azione persone giovani, cominciando dai primi anni di vita fino ad arrivare sulla soglia dei trent’anni. Ma non si fermano qui. Tutte le agenzie educative hanno anche come obiettivo secondario l’educazione delle famiglie di questi giovani e anche di coloro che effettuano l’azione educativa, quali docenti, catechisti, istruttori eccetera.
Andiamole a presentare una per una.
La Famiglia
La Famiglia, intesa come famiglia naturale, composta da un uomo e una donna e dai loro eventuali figli, sia naturali sia adottivi o in affido, è il primo luogo di educazione.
La Scuola
La Scuola, intesa sia dalla scuola dell’infanzia, quindi quella in età prescolare, fino all’università, è un’altra importante agenzia educativa.
La Parrocchia
Anche la Parrocchia è un’importante luogo educativo.
La Polisportiva
La Polisportiva consiste in uno spazio in cui, tramite uno o più sport, il giovane viene educato.
L’Associazione Giovanile
L’Associazione Giovanile può essere pensata, in prima battuta, come un qualcosa simile allo scoutismo, sebbene possa assumere forme anche diverse, ed oltre allo scopo di educare i giovani ha un altro obiettivo primario che è quello di ricostruire la figura del genitore, in particolare del padre, sia per i padri sia per i figli.
La Comunità Religiosa
Anche la Comunità Religiosa ha una funzione educativa soprattutto a partire dall’adolescenza, molto importante. L’impegno della comunità religiosa si sviluppa lungo tutto l’arco di vita della persona ma, per i giovani fino a trent’anni, segue fondamentalmente due fasi.
Nella prima fase che va dalla nascita fino alla preadolescenza, la comunità religiosa collabora con le famiglie in un progetto che consiste in una sorta di ludoteca fondata su principi cristiani.
Nella seconda fase che va dall’adolescenza fino alla maturità, la comunità religiosa opera con la funzione di orientamento vocazionale, considerando tutte le varie vocazioni: la vocazione al matrimonio, alla vita consacrata, al sacerdozio o altre ancora.
L’azienda per cui si lavora
Quest’ultima agenzia educativa, opera anch’essa in due fasi. Nella prima fase, che è quella di apprendistato, il giovane impara da chi svolge un determinato lavoro come questo lavoro debba essere fatto. Nella seconda fase, il giovane, ormai diventato adulto, viene continuamente educato per crescere e migliorare nella propria attività lavorativa e acquisire anche competenze complementari ad essa.
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