| 

LA XXXVIII Cappella del Sacro Monte di Varallo: la Crocefissione

Oggi, Venerdì Santo, cercherò di descrivere una delle piú coinvolgenti, sia emotivamente che da un punto di vista devozionale, Crocefissioni che conosco.

E’ inserita al culmine del percorso della Vita e Passione di Gesù Cristo del Sacro Monte di Varallo, detto la “Nuova Gerusalemme“, di cui parlerò in modo piu approfondito in altro momento.

La Crocifissione di Cristo, come raccontata nei Vangeli, è raffigurata in una grande cappella posta al primo piano: infatti è avvenuta a Gerusalemme su di un monte, detto Calvario, oggi compreso nel grande complesso della Basilica del Santo Sepolcro.

In questa cappella architettura, pittura e scultura si fondono, la scena sacra è rappresentata come se fosse reale: ci sono statue a tutto tondo, affreschi di soggetti e ambientazioni pittoriche che ne coprono tutte le pareti.

L’intenzione dell’autore è chiaramente di coinvolgere ed emozionare me, voi, tutti gli spettatori e/o i devoti pellegrini nel racconto di uno dei fatti piu drammatici che la storia dell’uomo abbia mai conosciuto…..un innocente messo in croce per espiare i peccati di tutti noi….

Ma come ha fatto Gaudenzio Ferrari a rendere percepibile, visibile, capibile tutto questo? Oltre ai personaggi evangelici, i due ladroni, la Madonna e le pie donne, S. Giovanni e i soldati che si dividono le vesti, ha realizzato statue della gente reale della vallata alpina, con abiti, capelli, arredi, oggetti e animali di inizio ‘500

L’incredibile espressività di volti, atteggiamenti e gesti delle statue e delle figure ad affresco, sta ad indicare la varietà umana qui rappresentata, tra cui ci sono anche io. Questo, insieme alla veridicità del messaggio religioso,  consente un processo di identificazione personale al pellegrino, al fedele che, all’inizio, poteva passare accanto ai personaggi, all’interno della cappella, diventando ‘attore’ del ‘gran teatro montano’, come Giovanni Testori ha definito i Sacri Monti.

La scena sacra è così resa con estrema drammaticità, tramite anche una attualizzazione del fatto sacro, cui non si puo restare indifferenti.

Infatti, in mezzo a tutta questa ‘povera’ gente sotto la croce di Cristo, come si fa a non sentirsi parte di quello che è accaduto 2000 anni da? A non esserne coinvolti emotivamente? a non chiedersi ‘e adesso’?

Marta Candiani

Per le immagini ad alta risoluzione e alcuni cenni storici sulla XXXVIII Cappella del Sacro Monte di Varallo potete seguire questo link.

Articoli simili